Mandolini: "voce" magistrale del sax. Ha suonato con i big della musica
La carriera folgorantre del sassofonista di Roseto dal talento cristallino
ROSETO - Una mente e una sensibilità musicale innati, che solo pochi possono vantare. In
Fabrizio Mandolini, 55 anni di Roseto, sassofonista, compositore, produttore e "band leader", il talento spontaneo si rivelò fin dall'età di 6 anni, quando espresse alla madre il desiderio di ascoltare la canzone dei Beatles "Obladi-oblada" che poi canticchiava già intonato a suoni e parole che non capiva. Ancor più incredibile anche il fatto che il piccolo Fabrizio memorizzava intere parti di musica classica, da Beethoven a Verdi. Un precoce segno del destino che poi l'ha trasformato in un apprezzato musicista, sia livello nazionale che internazionale. "La musica -dice l'artista abruzzese- è sempre la cosa più nutre la mia vita. Ho iniziato, a 12 anni, con la chitarra e con la paghetta acquistavo i primi dischi di Ornella Vanoni che cantava con Toquinho e Vinicio De Morales". Una sera, per caso, il ragazzo vede in Tv il mitico sassofonista romano Massimo Urbani. Sarà la scintilla che accenderà la voglia di suonare quel particolare strumento a fiato, luccicante e dal suono molto simile alla voce umana. "E' stata una folgorazione. -ricorda Mandolini- In seguito, sono andato a lezioni di sax tenore, cominciando presto a fare le prime esperienze con le orchestre di piazza. Una storia giovanile indimenticabile -sottolinea il musicista- che mi resta nel cuore e che ha contribuito alla mia crescita professionale". L'artista in quegli anni si esibiva in modo istintivo ma chi ha avuto il piacere di ascoltarlo ne è rimasto meravigliato ed affascinato, sia per intensità e limpidezza del suono che per grande padronanza tecnica dei sassofoni utilizzati: tenore, contralto e soprano. "Ho frequentato -dice Mandolini- per 2 anni il conservatorio dell'Aquila ma a causa di alcune vicissitudini ho cambiato idea e negli anni 80 sono entrato nel circuito della musica pop nazionale, suonando su decine di palchi, con
Garbo, Bertoli, Vecchioni, Carboni, Locasciulli, Kuzminacz, Tiromancino, Alex Britti, Saturnino, Bosso e tanti altri musicisti, in Italia ed all'estero". E' stato un periodo prolifico, con apparizioni televisive su Rai 1, Rai 2 e Italia Uno, che lo ha portato in più occasioni negli USA, a Los Angeles (dal 1993 al 2000), e agli studi di composizione, nonchè di "sound technician". Nel 1997 si stabilisce a Copenaghen, diplomandosi nel 2003 al "Rytmisk Musikkonservatorium" e dopo due album discografici personali: "La spiga" e "Geometrie semplici", nel 2005 torna a Roma, per esibirsi di frequente al "Big Mama", il tempio della musica blues nazionale. Da 4 anni, Mandolini insegna al conservatorio Braga di Teramo. "Con il Covid -rivela- ho avuto una pesante battuta d'arresto in qualità di performer ma adesso vorrei tornare a ripropormi. Oggi, -conclude l'eccellente sassofonista abruzzese- suono soprattutto il sax soprano per il suo timbro più intimo".