(3 Giugno 2022)
Bacą: "Pensavo di smettere, la svolta con il "Il Clandestino
Candidato ai Premi Strega e Campiello con l'ultimo libro "Nova": "Era il mio sogno"
ALBA - Selezionato tra i cinque scrittori finalisti che si contenderanno il Premio Campiello e tra i 12 della semifinale per il Premio Strega, lo scrittore albense Fabio Bacà, 50 anni tra qualche mese, insegnante di ginnastica dolce, è ancora incredulo del grande successo ottenuto con il suo ultimo libro: "Nova", pubblicato da "Adelphi". Vive ad Alba ma, finora, non era molto conosciuto in città, perché di carattere mite e riservato, assorto in riflessioni e sensazioni che poi danno corpo all'arte narrativa. "Ho cominciato a scrivere tardi -racconta Bacà- anche se nei miei sogni c'era quello di fare lo scrittore, fin da ragazzino. A 33 anni ho inviato il primo racconto al Premio Teramo. Era talmente brutto che per fortuna venne scartato. Negli anni successivi -continua- scrissi altri due racconti ma uno di questi: "Il clandestino", si piazzò al quarto posto a Pieve di Cento (BO), su 650 esaminati". Un buon risultato ma quello che più colpì lo scrittore abruzzese fu il giudizio della giuria che definì l'opera sconvolgente. "E' stata una motivazione -dice Bacà- che mi ha spinto a continuare il percorso intrapreso. Io -riflette- non avevo mai pensato di diventare uno scrittore, avevo il timore di non esserne all'altezza". Invece, quella nota molto particolare, per "Il clandestino", gli ha dato coraggio e a 37 anni ha cominciato a scrivere il suo primo romanzo, ancora nel cassetto, mai presentato al pubblico. "E' stato ritenuto troppo lungo -svela il romanziere di Alba Adriatica- e non ho accettato la proposta di ridurlo. Prima o poi lo pubblicherò". Un periodo esistenziale, dal 2014, alquanto sofferto e complicato. "Oltre -ricorda- a non riuscire a trovare una casa editrice disposta a pubblicare il mio libro, ho avuto un problema di salute che mi ha fatto perdere il lavoro e cadere in depressione per circa un paio d'anni". Momenti duri che però, nel 2019, hanno ispirato il primo romanzo: "Benevolenza cosmica". "Racconta -descrive Bacà- la storia di un tizio a cui va tutto bene ma non è felice. Il mio contrario ma con lo stesso risultato". All'inizio pochi consensi per l'opera, tanto che lo scrittore ha pensato di smettere. "la svolta -sottolinea- è arrivata con la scrittrice Giorgia Tribuiani che mi ha invitato a non mollare, fino a quando non ho trovato alcuni agenti letterari disposti a pubblicarlo, a partire da Agnese Incisa che l'ha proposto a Adelphi. Il libro ha registrato un certo gradimento, invitato a presetarlo in diverse città d'Italia". Il secondo e ultimo impegno letterario, "Nova", ora l'ha posto al centro dell'attenzione nazionale, in corsa per il Campiello e lo Strega. "E' un libro completamente diverso -dice lo scrittore- che affronta il tema della violenza attraverso le vicende di un neurochirurgo di Lucca che fa una vita normalissima ma che a un certo punto si troverà a fare i conti con una realtà che prende una piega drammatica. Scrivo -conclude- delle mie ossessioni, di argomenti forti che voglio condividere con il lettore".
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