Usa pietre e legni trovati passeggiando in riva al mare o lungo i fiumi
ROSETO - "Non è mai troppo tardi" o "mai dire mai", sono i noti motti lanciati a coloro che, all'improvviso, in età adulta, scoprono una nuova dimensione esistenziale, un'altra strada da percorrere completamente differente dalla precedente. Una premessa appropriata per la storia dello scultore
Giuliano La Molinara, 72 anni, di Roseto che fino a 40 anni svolgeva lavori di vario genere, del tutto diversi dall'arte scultorea. "A quell'età -racconta l'artista abruzzese- cambiarono le mie condizioni di salute, per cui non ho potuto più affrontare lavori pe
santi. Fino ad allora avevo fatto tutti i mestieri, dall'operaio in fabbrica, all'edilizia, al restauro mobili". Un evento negativo che però lo ha portato verso altri orizzonti ed interessi, ad iniziare dal gusto della fotografia. "Mi piace -dice- scattare foto in scenari naturali, litorali marini, corsi fluviali, paesaggi montani. In queste escursioni ho cominciato a raccogliere pietre e legni, per poi passare alla prova di modellare tali materiali". Giuliano La Molinara ha avuto l'illuminazione giusta che gli ha permesso di rivelare il suo talento naturale per l'arte, celato per lustri, e di diventare un bravo ed apprezzato scultore. "Anche per me -ricorda- fu una grande sorpresa avere quelle doti. Le mie mani erano sicure e i colpi di martello e scalpello riuscivano a seguire la mia immaginazione, dando senso e forma estetica alle opere realizzate". Con il passare del tempo, la sua manualità scultorea è diventata sempre più affinata ed originale. "La mia ispirazione -sottolinea l'artista, da alcuni anni residente a Scerne di Pineto- nasce dalle forme preesistenti. Sono molto condizionato dal mondo circostante ma non parto da un progetto studiato, un compito predefinito. Scatta, all'inverso, un meccanismo inconscio, un'intuizione che mi fa rielaborare nuove forme". In questo processo creativo entrano in gioco anche la fotografia e la lettura dei libri. La Molinara, inoltre, è molto ingegnoso, visto che gli attrezzi del mestiere (costosi e difficili da trovare in zona), se l'è fatti da solo. "Sono stato -rammenta- all'Accademia di Brera, a Milano, dove ho acquistato i primi scalpelli per scultori. Successivamente ho trovato i materiali appositi per costruirli". I supporti dello scultore: legni e pietre, sono tutti riciclati. "Il pezzo squadrato -aggiunge- mi inibisce, mentre quello irregolare come la natura accende la mia fantasia. Mi impegno anche quando non sono ispirato, per avere le mani allenate, al pari di un pianista che fa scale musicali. Durante il lockdown per Covid -conclude lo scultore- ho lavorato quasi tutti i giorni anche perchè il mio laboratorio era pieno di materiale". Oltre 200 le opere realizzate, con la prima mostra, oltre 20 anni fa, tenuta a Roseto, mentre l'ultima è stata nel 2019, a Villa Filiani, a Pineto.