Le avventure di Egzon Kodrali tra le montagne del Gran Sasso diventano un calendario
MONTORIO - La passione per la fotografia che si espande in amore puro per la natura.
Egzon Kodrali, 30 anni, di Montorio, tecnico dell'Enel sposato con due figli, scala i sentieri di montagna del versante teramano, arrivando d'estate fino a 2.600 metri di altitudine. Un particolare piacere per l'avventura, tra le montagne del Gran Sasso, assaporato in solitudine, munito soltanto di attrezzature adeguate e, soprattutto, di macchinette e grandi obiettivi fotografici, ora diventato un calendario.
"Il trasporto per la fotografia -dice il giovane Egzon- l'avevo già scoperta da ragazzino ma, circa due anni fa, sono stato catturato dal gusto di scattare foto agli animali selvatici che vivono nelle zone di montagna. Ora -dice- questa esperienza è diventata un'esigenza di cui non posso fare a meno, per le forti emozioni e sensazioni che riesce a procurare". Il fotografo naturalista si mette in marcia intorno alle 8,30, arrivando a percorrere 15/20 Km (anche 8 ore di cammino) per raggiungere i luoghi giusti per l'appostamento. "Mentre cammino -racconta- cerco tracce sul terreno, peli di animali tra la vegetazione e quant'altro. Ogni stagione è diversa, adesso però con la neve gli animali scendono più a valle e lasciano maggiori segni della loro presenza. E' il periodo dell'anno più prolifico per scattare foto e mappare i loro abituali percorsi".
Gli incroci tra Egzon e gli animali selvatici sono stati diversi, senza che quest'ultimi si accorgessero mai del suo obiettivo fotografico. Infatti, ha immortalato numerosi esemplari: martore, puzzola europea, cinghiali, caprioli, camosci, volpi, lupi, cervi, fino all'orso marsicano e al raro gatto selvatico del Gran Sasso, definito "il fantasma del bosco", osservato addirittura durante la fase di cattura di una lepre. "Per effettuare questi scatti -prosegue il fotografo di Montorio- bisogna essere completamente mimetizzati con l'ambiente circostante, coperti di foglie, arbusti, posizionarsi controvento. Il lupo -svela- è un animale molto difficile da fotografare. Per riuscirci mi sono rivolto ad esperti che mi hanno dato consigli utili, poi andati a buon fine. Per questa passione serve molta pazienza e attendere anche 5 ore, senza farsi scoprire, altrimenti fuggirebbero e non tornerebbero più in quel posto. Su 10 volte -afferma- 9 vanno a vuoto".
Circa 10 giorni fa un cinghiale gli è arrivato troppo vicino, l'ha puntato ma non è riuscito ad accorgersi del suo camuffamento. "Non sapevo se alzarmi, scappare. -conclude- Il cuore mi batteva a mille ma sono rimasto immobile ed è andato via".