(16 Agosto 2021)
Duccio Di Monte, 89 anni: "I legni delle barche nei miei quadri"
L'artista si definisce "autodidatta" e dipinge da quando era piccolo. Stile iperfigurativo
ALBA - Un maestro di scuola elementare, con la laurea in Lettere Moderne, per vocazione all'insegnamento dei ragazzi, un poeta ma, soprattutto, un grande maestro d'arte pittorica, dallo stile unico. E', questa, la storia di Duccio Di Monte, 89 anni, nato a Colonnella, da oltre mezzo secolo residente a Alba. Un pittore spontaneo o meglio "autodidatta", come preferisce definirsi. Senso artistico innato emerso fin da bambino, quando immergeva le mani in sostanze naturali, quali sabbia marina e argille fluviali (a quel tempo sia il mare che il torrente Vibrata erano uno splendore del creato), scoprendo con il senso del tatto i primi segnali di predisposizione all'arte. "Le mie dita -racconta il pittore abruzzese- diventavano improvvisamente ancor più sensibili e avvertivano sensazioni piacevoli, derivanti proprio dal fatto di toccare la materia e di percepire che avrei potuto modellarla". Una rivelazione che, qualche tempo dopo, a circa 12 anni, vedendo una stampa di Gauguin gli fece scattare il desiderio di dipingere. In seguito, nel 1957, vinse un concorso da maestro a Como. "Non resistetti -ricorda Di Monte- alla tentazione di portarmi nella città lacustre, alcuni sacchetti di sabbia, frammenti di conchiglie, piccole pietre, parti di reti da pesca. Aspettai il primo stipendio per acquistare tele, pennelli, colori. Dipinsi anche i miei primi 8 quadri, che regalai ai colleghi di scuola". La prima mostra per l'apprezzato pittore albense risale proprio ad Alba quando, tornato da Como, nel 1961, espose in uno storico locale di quegli anni, il "Tam Tam", ormai chiuso da oltre 30 anni. "Ero -continua Di Monte- il pittore del sabato e della domenica ma da quel momento iniziai a dipingere tutti i giorni. Ho avuto l'onore e il piacere di essere stato amico del grande pittore teramano Giovanni Melarangelo, conosciuto a Colonnella, mentre osservava il mio modo di lavorare la tela". Sono lunghi da raccontare 65 anni di carriera, vissuti tra centinaia di mostre in Italia e all'estero,  con una personale indimenticabile anche a Caracas nel lontano 1973. Stile iperfigurativo negli anni 70, mentre negli anni successivi Di Monte ha trovato ispirazione nell'arte materica e informale, nella plastica liquida bruciata, nei legni delle barche, nella calce, nell'ossido di terra, nei colori a olio e acrilici. "I miei lavori -dice- sorgono da un filtro magico, da sensazioni dell'animo e della psiche. Durante il lock-down ho dipinto poco anche se coloravo centinaia di pezzetti di carta. Ho ammansito la durezza della vita quotidiana, scrivendo poesie, elegie, memorie". In questi giorni il pittore albense sta dipingendo un quadro importante, da mostrare a settembre al Premio Cimitile (NA), per celebrare i 700 anni dalla morte del poeta Dante Alighieri. "Illustrerò -conclude il pittore- l'ottavo canto del Purgatorio".
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