La pittrice in un periodo felice dopo tanta sofferenza. Le sue opere in mostra a Roma
ALBA - L'arte come riscatto e rivincita di una gioventù sofferta, vissuta tra sbandamenti, delusioni e pregiudizi nei suoi confronti. L'arte che però ha il potere di rigenera
re, specie se reduci da un lungo travaglio esistenziale. "Sì, -dice
Francesca Nucellese, albense, 49 anni, che da qualche anno risiede a Controguerra- dipingere mi ha salvato la vita. Da 4 anni, lo faccio tutti i giorni. Ho trovato finalmente ciò che avrei desiderato fare fin da bambina, nonchè un grande senso di pace e di equilibrio". Che Francesca Nucellese sentisse il trasporto verso la pittura lo dimostra la sua iscrizione al primo anno nell'Istituto d'arte, ad Ascoli. "Ero incuriosita, perché avevo una zia che dipingeva. In quegli anni, gestiva anche una galleria d'arte in via Ripetta, a Roma. Quel luogo l'ho frequentato fino a 15 anni, conoscendo
Renato Guttuso, amico della zia". In seguito, la giovanissima pittrice entrò in uno stato di insicurezza e di confusione, tale da abbandonare la scuola d'arte e anche un altro istituto superiore, scelto a caso. Comincia un periodo difficile, tormentato e irrequieto, con un matrimonio finito dopo 1 anno e con la nascita di una figlia (oggi trentenne residente a Londra). Anni di forte disagio. "Sono caduta -analizza Nucellese- in un buio psicologico ma sono riuscita a riemergere". Per fortuna, Francesca ha avuto dalla sua parte la natura che le ha donato tempra fisica e un carattere che non si arrende, doti essenziali per resistere nei momenti di burrasca. "Da quando mi sono trasferita in campagna -rivela- ho trovato maggiore ispirazione e prendere in mano i pennelli, mi fa battere forte il cuore. Ho iniziato con il decoupage, poi ho comprato tela, pennelli e colori". All'istinto pittorico, in quest'ultimo lustro, Nucellese ha aggiunto corsi e tutorial. "Sono autodidatta -dice- ispirata dalle sensazioni, dalla nostalgia. Il mio stile rientra nel figurativo astratto. Durante il lockdown -ricorda l'artista abruzzese che alleva oche e galline, senza lo scopo di imbandire la tavola- ho dipinto e venduto circa 60 quadri. Ero molto contenta". A scoprire le sue qualità pittoriche è stato l'appassionato d'arte, già gallerista,
Giovanbattista Guidobaldi, riconosciute poi anche dal critico
Gianfranco Bartalotta. "Ho sperimentato -riprende Nucellese- varie tecniche ma preferisco il materico, l'acrilico, il rilievo con il gesso". Nel frattempo per la pittrice sono arrivate le prime affermazioni, a partire dalla selezione, a Francavilla, per partecipare alla Biennale di Roma, dove poi ha esposto le sue opere, per 7 giorni. Sempre nella Capitale, è stata alla collettiva di Palazzo Ferraioli e poi a Palermo. "La prima personale -conclude con un senso di rivincita- l'ho tenuta proprio ad Alba, due anni fa, nella Villa comunale Flaiani. Ho donato con piacere un quadro al Comune".