ALBA - Riconosciuto l'errore di trasmissione ed inserimento dei dati reali (in una lettera inviata dall'Arta alcuni giorni fa in Municipio), ora è arrivata anche la comunicazione ufficiale del Ministero della Salute, a firma della dirigente
Simona Belmonte, che riapre la partita per riconquistare la Bandiera blu. Nel messaggio della Belmonte, giunto all'assessore all'Ambiente
Nicolino Colonnelli, si scrive che "L'inserimento delle analisi e l'aggiornamento della classe per Alba Adriatica, sono stati effettuati. Faccia una verifica e mi faccia sapere se è tutto ok". Potrebbe essere la svolta per far riesaminare il rapporto negativo e fare giustizia sull'assurda disattenzione nell'iter dell'immissione corretta dei risultati delle analisi che, in Abruzzo, ha prodotto l'eliminazione del solo centro costiero teramano. "Ho già verificato -ha detto Colonnelli- sul sito del Ministero. I parametri sul portale sono stati aggiornati nella misura giusta, a riprova che le acque marine di Alba, nell'ultimo quadriennio, sono sempre state di qualità eccellente. Il vessillo della Bandiera blu -sottolinea l'assessore alla luce dell'ingarbugliato disguido amministrativo- spetta di diritto anche ad Alba Adriatica". Ora però bisognerà vedere quali saranno gli effetti concreti di questo importante aggiornamento che ha ripristinato la verità dei numeri, anche se in maniera molto tardiva. "Dopo questo passaggio -annuncia Colonnelli- di ripristino dei dati esatti sui portali, potremo procedere con la richiesta verso lo stesso Ministero della Salute, affinché venga inviata una lettera alla Fee, in cui si chiarisca che il Comune di Alba non c'entra nulla, sulla stessa linea di quella spedita dall'Arta, nella quale ha ammesso le sue responsabilità". Colonnelli, qualche giorno fa, aveva interessato del caso Alba anche l'ex ministro della salute
Beatrice Lorenzin. "Appena -riprende l'amministratore pubblico- la missiva del Ministero sarà partita, mi recherò personalmente dal responsabile Fee per l'Italia, il
dottor Mazza, per cercare di poter rivedere il giudizio negativo che ci ha tolto il riconoscimento, non certo per problemi ambientali ma per una paradossale svista procedurale".