il maestro di Tortoreto vuole riprendere le mostre "ma resta tutto incerto"
TORTORETO - Un vero interprete dell'arte concettuale, apprezzato per il suo elaborato e ingegnoso modo di comporre opere, dal genere unico. Si tratta di
Alfredo Celli, nato nel 1958 a Tortoreto, cittadina in cui risiede con la sua famiglia. Il suo processo creativo è stato ispirato, fin da giovane, da grandi artisti quali Burri e Fontana, basato sulla ricerca continua di materiali riciclati, da modellare dopo ripetuti impasti, passaggi di colori, tagli e pieghe plastiche. "Ho studiato -dice Celli- all'Istituto d'Arte di Castelli, ottenendo la maturità in scultura, nella sezione decorazioni ceramiche e plastiche. Non posso dimenticare -tiene a riconoscere- che questo percorso d'artista è iniziato proprio a scuola, grazie al professore
Daniele Guerrieri che mi ha trasmesso competenza e passione. In seguito -ricorda Celli- mi sono iscritto ad Architettura a Pescara, ma dopo la laurea e un periodo di collaborazione con alcuni studi tecnici, decisi di cambiare situazione". Il pittore abruzzese aveva compreso che non era il suo campo ideale, optando così per l'insegnamento della materia "Arte e Immagine" (un tempo educazione artistica), ai ragazzi delle Medie, a Martinsicuro. Non sono mancate fasi alterne. "Da ragazzo -prosegue Celli- ho cominciato con sculture in argilla, per poi scoprire il classico olio su tela. Trascorsi alcuni anni, sono entrato in uno stato di nausea e distacco dalla pittura, fino a quando non ho capito che il disinteresse e l'assenza di stimoli derivavano dal supporto che usavo, la tela non mi dava più emozioni". Da quel momento, in Alfredo Celli, scatta un nuovo impulso a riprendere in mano gli attrezzi del mestiere, con il forte desiderio di tornare a comunicare sensazioni, questa volta però con materiali differenti. "Ho effettuato -elenca- lavori in legno ma, soprattutto, in plastica a fogli sottili, poi trattata a combustione. Adesso, invece, uso carta applicata su Mdf (pannelli in legno ndr), attraverso tecnica mista con sabbia, impasto vinilico e numerosi passaggi di colore. Cerco -sottolinea l'artista- equilibrio, tra forme e linee". L'aspetto curioso, inoltre, è che Celli si è diretto sulla carta, senza volerlo, perché nel recente periodo di "lock-down" era impossibile reperire tutti i materiali occorrenti al pittore. "In quei mesi -svela- avevo solo tanta carta in casa. L'idea è stata quella di lavorarla con altri materiali, per farla diventare il mio supporto". Tante le mostre e le rassegne lungo lo Stivale, a cui ha partecipato. "Le ultime -elenca Celli- sono state a settembre dell'anno scorso, a Teramo e Pescara, e poi a novembre al Premio Sulmona, in internet. Resta ancora tutto incerto, -conclude- ma spero di ripartire in agosto. La pandemia mi ha già fatto rinviare diversi appuntamenti espositivi".