Alba Adriatica - Eco nazionale per la sepoltura negata accanto all'uomo amato
La vicenda verrą discussa anche sabato prossimo su Rai Uno che ha invitato Daniele Caponi
ALBA - Una vicenda amara, quella della sepoltura negata ad un'anziana signora albense (Maria, deceduta a 87 anni lo scorso 31 dicembre), accanto a Dante Caponi, l'uomo amato per 30 anni. Ora riposa in loculo provvisorio nel cimitero di Tortoreto, invece, che in una tomba della cappella cimiteriale appartenete proprio alla famiglia Caponi. L'episodio ha scatenato un polverone di critiche e di polemiche prima sui "social network" e dopo in tutta la cittadina, provocando non poco imbarazzo a Palazzo di città che a causa di un regolamento an
acronistico non ha certo fatto fare una gran bella figura al centro balneare teramano. Inoltre, il caso ha fatto riemergere anche un precedente simile accaduto in tempi ben più lontani, nel 1979, ma con esiti ben più umani, nonostante non ci fossero leggi riguardanti le unioni civili. A ricordarlo lo stesso
Daniele Caponi (ex consigliere comunale di AN dal 2008 al 2013), che ha divulgato la circostanza e che sabato prossimo sarà ospite nel programma televisiso "Italia Sì" per raccontarla al condottuttore Marco Liorni, su Rai Uno. "Mi è tornato in mente -ha detto Caponi- la storia di una giovane donna straniera di nome Beverly, residente ad Alba e molto legata ad una nota famiglia del luogo. Morì in un incidente stradale ma 40 anni fa i regolamenti non erano così insensibili e, senza alcun problema, venne sepolta nella cappella della famiglia albense che l'aveva ospitata per diversi anni. Adesso -ha proseguito- spero soltanto che questa incresciosa situazione possa risolversi in breve tempo, altrimenti ho intenzione di rivolgermi ad un legale. Voglio poi sottolineare -ha concluso- che non è solo una faccenda di ulteriori spese ma anche di altri momenti di dolore e forte commozione, quando ci sarà da riaprire la tomba di Maria". Nel corso del tempo sono arrivate norme sempre più restrittive. Infatti, la problematica coinvolge altre famiglie, come quella di
Riccardo Iampieri che non riesce a far seppellire la sorella della nonna in un loculo di proprietà di quest'ultima. "La sorella -ha raccontato- era invalida ed incapace di intendere e volere, per cui l'acquisto della tomba era stato effettuato da mia nonna che se n'è sempre occupata. Purtroppo, non c'è stato verso per superare il fatto che il nucleo familiare non comprendesse l'assistita". Anche per questo caso i familiari hanno dovuto tumulare la salma in un loculo di Tortoreto. Infine, negli ultimi anni si è registrato anche un ricorso al Tar, per un controverso caso inerente la realizzazione di una cappella, al fine di seppellire Gilberto Durante, ancora posto in un loculo provvisorio del Camposanto di Alba, in un'area descritta dai familiari alquanto trasandata e squallida. Nel frattempo, i risvolti legali sorti per tale contesto di arretratezza delle norme di polizia mortuaria, sarebbero già costati al Comune circa 15.000 euro. Adesso, dopo l'eco nazionale che ha avuto la notizia, si presume che l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Antonietta Casciotti, dovrà rivedere al più presto il regolamento cimiteriale che non contempla le nuove realtà sociali, quali la nascita di famiglie atipiche e, dopo la morte, anche la possibilità di giacere vicino a coloro con i quali si è vissuto per lungo tempo.