Alba Adriatica - Reazioni e commenti alla sparatoria in un hotel albense
Si avverte un senso di assuefazione. Uno dei principali guai sono le migliaia di case sfitte
ALBA - La folle notte di violenza accaduta lo scorso fine settimana a ridosso del'hotel Atlante, in via Vittorio Veneto (SS 16), ha fatto riemergere timori e interrogativi, per il ripetersi di fatti di sangue anche se si avverte, ormai, una certa assuefazione a tali episodi, iniziati nel 2009 con il primo
omicidio registrato ad Alba, quello del commerciante Emanuele Fadani. Tra i commercianti c'è rassegnazione e i commenti sfociano subito nelle loro ansie quotidiane, vissute per difendere la loro attività dalla micro-micriminalità. Dopo allarmi e telecamere, ora si sta effettuando anche l'orario continuato per evitare di superare le deserte ore serali, chiudendo l'esercizio pubblico anche alle ore 18,30. Un punto di vista più reattivo sulla sparatoria arriva dal presidente della Pro loco Alba Adriatica,
Renato Pantoli. "Oltre all'episodio di cronaca -osserva- che, purtroppo, comincia a diventare normalità, bisogna richiamare l'attenzione sul fatto che ad Alba ci sono più di 4.000 appartamenti sfitti, in cui è possibile trovare di tutto. Oggi poi, per pagare il mutuo, -evidenzia Pantoli- si affitta a chiunque". Il controllo preventivo di migliaia di appartamenti potrebbe consentire un maggior controllo di coloro che risiedono momentaneamente nella cittadina balneare ma sul piano pratico appare ancora un percorso complicato e difficile da attuare. Il Comune nel campo della sicurezza è intervenuto piazzando telecamere, ovunque, nonché sottoscrivendo accordi con vigilantes e carabinieri in congedo. Le critiche però non mancano per il discorso che riguarda il recupero urbanistico. Un tema ancora molto generico e non sostenuto da progetti concreti, specie nell'area della stazione ferroviaria che presenta un decennale degrado sociale.