Clamorosa assenza delle liste del centrodestra (prima volta) e del M5Stelle
ALBA - Finito il toto-liste che ha tenuto banco per oltre 2 mesi, con frenetiche trattative su tutti i fronti. A competere nelle elezioni comunali del prossimo 10 giugno, saranno 4 liste: "Alba popolare", con capolista l'ex segretario del Pd,
Gabriele Viviani, "UniAmo Alba", del candidato a sindaco
Antonietta Casciotti di area Pd, "Città Viva", del candidato a sindaco
Giuliano De Berardinis e "Voi in Comune" del capolista
Remo Saccomandi, entrambe a carattere più civico ma, comunque, composte da esponenti provenienti da diverse esperienze politiche. A risaltare però, come si evince dalle formazioni presentate in Comune, è la clamorosa assenza di due compagini che, al momento, a livello nazionale sono più in voga: il centrodestra per la prima volta nella storia della cittadina ed il M5Stelle. La frantumazione dello schieramento che doveva rappresentare la coalizione di Salvini, Berlusconi e Meloni, resta una delle più brutte pagine scritte dal centrodestra albense, soprattutto, in considerazione del fatto che ha governato Palazzo di città negli ultimi 5 anni, con il sindaco uscente Tonia Piccioni. Adesso, per quanto ininfluente, ad alcuni rappresentanti dell'amministrazione comunale in carica, già inseriti in altre liste, potrebbe essere ritirata la delega nel prossimo ed ultimo consiglio comunale a direzione centrodestra che ad Alba è scomparso. Per i pentastellati, invece, emerge un altro paradosso, in quanto solo due mesi e mezzo fa aveva raccolto circa il 40% dei voti alle Politiche ma poi non sono riusciti a dar vita ad una lista che ottenesse l'approvazione dello stesso M5Stelle che non ha concesso il logo. Aspetti che ora mescolano ancora le carte, in quanto non si comprende bene cosa voteranno gli elettori orfani di tali aree politiche. Il voto di protesta contro il Pd (solo 760 voti lo scorso 4 marzo) che poteva essere ancora raccolto dai "grillini", adesso potrebbe, in parte, favorire la lista di Gabriele Viviani, espulso lo scorso ottobre dal partito di Renzi. La diaspora del centrodestra, infine, ha portato vantaggi ovunque, specie alla lista "Città Viva".