Cambiate le serrature perchč, in assenza di affido ad esterni, a rischiare sarebbe il Comune
ALBA - Scatta il controverso programma di chiudere i vari centri per anziani, presenti nel territorio della cittadina costiera. Una problematica molto sentita, in corso da circa 2 anni, ed ancora irrisolta che nelle ultime ore ha portato alla decisione di serrare la porta d'ingresso del rit
rovo in via dei Tigli. Le cause di tale e preoccupante indirizzo, nascono dalla mancata stesura di uno specifico regolamento comunale che possa poi consentire all'ente di percorrere la via di un eventuale affido dei centri per anziani, a cooperative ed associazioni esterne qualificate. Il cambio delle serrature per impedire l'accesso nella casetta in via dei Tigli, tuttavia, ha suscitato numerose lamentele tra le persone che frequentavano il luogo d'incontro. Proteste portate anche all'attenzione del consigliere comunale di minoranza
Nicolino Colonnelli che ha criticato in maniera aspra l'amministrazione municipale, per gli sviluppi negativi dell'ingarbugliata questione sociale. "Quello che sta accadendo -ha commentato l'esponente dell'opposizione- ha dell'incredibile". Per Colonnelli, inoltre, il provvedimento di chiusura stabilito dagli uffici comunali per il centro anziani posto al confine con Tortoreto, è stata obbligato proprio dall'assenza di una convenzione. Nella polemica riemerge anche il primo atto restrittivo in tal senso (emesso 2 anni fa) che ha bloccato con le catene il cancello d'ingresso del centro Lidia, in via Cavour (
nella foto). Ora, dopo quest'altro epilogo negativo, la prospettiva per il futuro degli altri due centri di ritrovo rimasti in funzione (nella Bambinopoli e sul lungomare all'altezza della piazzetta adiacente via Piave), non appare delle migliori. Sì, perché presto per i centri ancora aperti verranno applicate le stesse motivazioni che hanno indotto il Comune a cambiare i lucchetti nelle precedenti strutture. Senza l'apposito regolamento non è possibile dare in gestione i ritrovi e, nello stesso tempo, se restassero aperti privi di assistenza, il Comune potrebbe rischiare grosso, specie se qualcuno dovesse sentirsi o farsi male all'interno della struttura pubblica. Il progetto per renderli più moderni e sicuri, emerso dopo lo stop alle attività nel centro Lidia (dicembre 2014), è rimasto un obiettivo distante dalle iniziali intenzioni che indicavano una necessaria riqualificazione dei centri per anziani.