Alba - Ordinanza di divieto di balneazione per altri 200 metri a sud del torrente
L'obbligata disposizione, per scarsa qualità delle acque, è il risultato dei casi di inquinamento
ALBA - Nella cittadina balneare, come in gran parte degli altri centri costieri abruzzesi, sono state emesse due ordinanze di divieto di balneazione. La prima per riconfermare l'obbligatorio divieto posto a 100 metri di distanza dalla foce del torrente Vibrata ed un'altra, in base alle nuove dispo
sizioni europee (adottate dalla Regione Abruzzo) che di fatto ha esteso il divieto di balneazione per altri 200 metri di litorale. Per quest'ultima ordinanza ha inciso il fatto che negli ultimi anni (da 2010 al 2013), si sono verificati gravi episodi di inquinamento marino, facendo classificare le acque come di scarsa qualità. “Non ho potuto -ha spiegato il sindaco
Tonia Piccioni- fare altro che attuare le norme nazionali ed europee ma sarà mia cura seguire attentamente la vicenda, nella speranza che la situazione possa mutare in meglio, al più presto, attraverso la prevista procedura che potrà permettere di revocare l’ordinanza”. La prassi per uscire dall’incubo di dover mostrare i cartelli che vietano i bagni al mare anche per altri 200 metri di arenile, sarà quella dei prelievi effettuati dai tecnici dell’Arta. Se gli esami, ripetuti per un ciclo di 4 volte, daranno buoni risultati, il divieto verrà tolto. Questo nuovo parametro che stabilisce le acque marine di scarsa qualità, non sorge perché al momento il mare è inquinato ma è dovuto ai degradanti casi di inquinamento del torrente Vibrata registrati in passato, specie nel 2010 (moria di pesci e decine di denunce di persone finite all’ospedale), nonché l’anno scorso, con il maxi divieto di balneazione per circa 1 Km. e mezzo. Se altrove però l’aspetto non ha succitato polemiche, come nella vicina Martinsicuro che, dallo scorso aprile, ha già provveduto in tal senso, ad Alba, invece, inizia serpeggiare un forte malcontento, tra la categoria degli operatori turistici, ancor più in quella dei balneatori. “Questa storia -sbotta il sindaco- ha coinvolto tanti altri Comuni abruzzesi ma solo qui da noi si fa questo baccano. Oggi si alza la voce nei miei confronti ma fino a ieri, per decenni, nessuno ha mai detto nulla degli scempi ambientali precedenti. L’ordinanza -conclude- era un obbligo di legge”.