La madre scopre la sua foto, a Villa Rosa, bruciata con i fiori buttati a terra
MARTINSICURO - Vile atto di oltraggio alla memoria del giovane studente
Antonio De Meo (23 anni), ucciso a pugni da una banda di ragazzi rom, nell'agosto del 2009, a Villa Rosa, in un'area adiacente all'albergo, nel quale prestava servizio stagionale. A denunciare la profanazione del luogo, in cui campeggiava la sua foto, è stata la stessa mamma,
Lucia Di Virgilio che dopo essersi recata sul posto per deporre fiori ha scoperto che l'immagine del figlio era stata bruciata, scaraventando gli altri fiori a terra, fino a privarli dei petali. "E' stato tremendo, -ha raccontato- un dolore mai sopito che si è riacceso. Mi addolora il fatto che non si rispetti la memoria di mio figlio e il nostro dolore". La signora Lucia, non si è, tuttavia, arresa al vergognoso episodio, sostituendo subito la foto del figlio. L'omicidio fu provocato dal furto della bicicletta di De Meo da parte dei rom e quando il giovane ne chiese la restituzione venne aggredito a pugni, fino ad ucciderlo. Due giovani rom dei tre presenti sul luogo del delitto, sono stati condannati a 8 anni ed un mese, ciascuno.