Nei prossimi giorni la polemica politica diventerą incandescente. Bufera all'interno della Giunta
ALBA - Il terremoto politico che ha colpito l'amministrazione comunale in carica (Pd e Udc), con l'uscita di scena dall'esecutivo municipale dell'assessore ai Lavori pubblici,
Gabriele Viviani (Pd), provoca nei suoi ex colleghi di Giunta apparente normalità ed indifferenza. E', questo, proprio il caso del sindaco
Franchino Giovannelli (Pd)
(nella foto), che nelle ore successive alla riconsegna delle deleghe, da parte di Viviani, non ha dato alcun segno di preoccupazione per lo sconquasso subito, affermando che Viviani non ha scritto di essersi dimesso dall'incarico di assessore, per cui è ancora da considerare come parte della Giunta. "Non sono io -ha osservato Giovannelli- a cacciarlo ma è lui che se ne va". Inoltre, per il primo cittadino albense, il distacco era previsto, in quanto dallo scorso mese di luglio, Viviani non ha più partecipato alla vita amministrativa di Palazzo di città, rinunciando all'indennità di carica. L'ex assessore, lunedì prossimo, tuttavia, protocollerà ancora un'altra lettera, in cui esprimerà la chiara volontà di dimettersi. "Per me -ha precisato Viviani- è semplicemente una scusa formale. Con la riconsegna delle deleghe erano implicite anche le mie dimissioni da assessore". Il lacerante strappo per l'amministrazione Giovannelli, che ha già perso altri due consiglieri di maggioranza: Casciotti e D'Ambrosio, resta e si espande in tutto il Pd albense, diviso in varie correnti ma quasi tutte unite contro la riproposizione di Giovannelli alla carica di sindaco. Infatti, il partito di Bersani, ad Alba, dopo l'alleanza con l'Udc (rappresentato dall'assessore esterno
Pierluigi Marziale), si è completamento disgregato. La maggioranza del partito (detenuta proprio da Viviani che vince sempre le primarie), già due anni fa, aveva chiesto al sindaco di escludere Marziale dalla Giunta, perché aveva votato alle provinciali il Pdl e per una vicenda giudiziaria ancora in corso. Giovannelli, invece, ha rigettato ogni richiesta, dicendosi anche disposto ad allontanarsi dal Pd, pur di tenere Marziale. Da quel momento, è finito l'idillio, comprese le foto ricordo con abbracci, con Viviani. Oggi sono ai ferri corti e neanche si salutano più ma per la sempre più ridotta squadra del sindaco, la riconferma a Palazzo di città, nelle imminenti elezioni comunali, sta diventando sempre più difficile.