ALBA - Conferenza stampa, questa mattina,
dell'assessore Cesare Di Felice sul caso della sua condanna ad un anno, pena soppesa, per falso ideologico in atto pubblico e contraffazione del protocollo informatico. "Preciso -ha dichiarato- che la vicenda che mi vede coinvolto riguarda una pretesa anomalia del protocollo informatico per la quale è stato ritenuto che la richiesta avanzata da un genitore, per un modesto contributo regionale destinato all'acquisto dei libri di testo: somma mai erogata e dunque percepita, fosse stata presentata in ritardo rispetto ai termini previsti". Di Felice, in seguito, chiarisce anche gli aspetti politici della vicenda. "Appena appresa la sentenza di condanna -ha continuato- ho dato la mia disponibilità al sindaco, qualora avessi creato imbarazzo nel percorso amministrativo, a rimettere le deleghe. Proposta che lo stesso primo cittadino ha respinto. Allo stato attuale -evidenzia- sono tranquillo e sereno, perché mi sono sempre comportato bene e confido nella giustizia, mentre i legali stanno già preparando il ricorso in appello. Ho ricevuto -ha concluso- molti attestati di stima e solidarietà". Nel frattempo però il Pd che rappresenta l'amministrazione comunale, sostenuta dall'Udc, è in forte fibrillazione, rischiando un'insanabile spaccatura. Infatti, altri assessori, nonché semplici aderenti al partito di Bersani ora sono molto adirati, in quanto tenuti all'oscuro della condanna, per diversi mesi. Domani, ci sarà una riunione di fuoco sull'argomento nel Pd, mentre per mercoledì è stato convocato il gruppo di maggioranza consiliare, sempre per la vicenda Di Felice.