A girare il documentario che ha impressionato i presenti il regista Mauro John Capece
ALBA ADRIATICA - La calda giornata al mare sull'affollato arenile albense procedeva nel tipico quadro estivo, fatto di relax ed allegria. Ad un tratto però alcuni bagnanti hanno iniziato a non credere ai propri occhi, chiedendosi se tutto ciò fosse vero o un sogno. Dal mare, infatti, si avvicinava un grande barcone, carico di centinaia di immigrati. In effetti, la scena perfetta era di quelle che mettono addosso ansia e preoccupazione ma era un film documentario, del regista abruzzese Mauro John Capece. Diversi cittadini, impressionati e credendo di trovarsi di fronte ad un vero sbarco di extracomunitari, hanno iniziato a segnalare lo strano episodio che, per circa un'ora, ha reso la riva albense simile a quella di Lampedusa. Il provocatorio documentario è stato girato domenica scorsa, nel tratto di litorale a ridosso della pineta. Dal motopeschereccio "Vichingo", ormeggiato nel porto di Giulianova, sono sbarcati ad Alba, poco lontano dalla battigia, 130 figuranti, provenienti da svariate nazioni. Curata nei dettagli anche la coreografia, alimentata dalla presenza di varie imbarcazioni ed elicotteri. A prestare i primi "soccorsi" ai finti clandestini, c'erano gli uomini della Croce Bianca e della locale Protezione civile, con tanto di ambulanze parcheggiate, poco distanti. Presente, inoltre anche un gommone a motore della Croce Rossa. Quando gli spettatori hanno però compreso di essere nel mezzo del set di una ripresa cinematografica, si sono allontanati, borbottando, tra ironici sorrisi. Il cortometraggio, a sfondo strettamente sociale, ha voluto simulare un vero sbarco di clandestini, attenendosi, quanto più possibile, alla loro triste realtà, ben conosciuta, specie in Sicilia.